APRILE 2023

CONGIUNTURA

NOTIZIE ITALIA

CONSILIUM ACQUISISCE FONDERIA BOCCACCI

Consilium, attraverso il fondo Consilium Private Equity Fund IV, annuncia di aver acquisito la maggioranza di Fonderia Boccacci dalla famiglia Boccacci che manterrà una quota di minoranza rilevante e continuerà a collaborare operativamente, insieme ai principali esponenti del top management (tra cui l’attuale CEO), con l’obiettivo di proseguire l’ambizioso percorso di crescita della società.

L’operazione è stata finanziata da Crédit Agricole e Banco BPM, assistite dallo studio legale Simmons & Simmons. Consilium è stata assistita da EY per l’attività di debt advisory.

Fonderia Boccacci, fondata nel 1969 e con sede a Piana Battolla (La Spezia), è attiva in Europa nella progettazione e produzione di getti in ghisa grigia e sferoidale di medie e grandi dimensioni destinati a diversi settori industriali. La società vanta un portafoglio clienti fortemente fidelizzato di primario standing internazionale nei settori energetico, eolico, delle macchine utensili, navale e dei trasporti.

Consilium ritiene che Fonderia Boccacci possa ulteriormente rafforzare la propria posizione di leadership nei mercati di riferimento e crescere ampliando ulteriormente la propria base clienti, facendo leva sull’eccellenza del know-how tecnico, l’elevato livello di automazione del footprint produttivo consolidato anche da recenti importanti investimenti, l’ampia capacità produttiva a disposizione, l’esperienza pluridecennale del management e una reputazione senza uguali a livello europeo in termini di innovazione tecnologica.

L’Ing. Fabio Boccacci, Presidente di Fonderia Boccacci ha dichiarato: “Fonderia Boccacci ha completato negli ultimi anni un’importante fase di sviluppo e consolidamento che le ha consentito di diventare uno dei principali player europei del settore, per know-how, reputazione e avanzamento tecnologico. Consilium – ha continuato l’Ing. Boccacci – rappresenta per la famiglia e per l’azienda il partner ideale nel percorso di ulteriore crescita e di progressiva internazionalizzazione”.

“L’ingresso di Consilium nel capitale di Fonderia Boccacci rappresenta un importante catalizzatore per un’ulteriore fase di crescita della società, – ha dichiarato Angelo Lazzari, Amministratore Delegato di Fonderia Boccacci – con l’obbiettivo di consolidare la presenza internazionale dell’azienda e di rafforzarne la capacità di innovare e competere in diversi settori di sbocco. Tale percorso offrirà anche opportunità di incremento occupazionale”.

L’investimento in Fonderia Boccacci è la seconda operazione realizzata dal fondo Consilium Private Equity Fund IV, che ha chiuso il fundraising nel giugno 2022 raggiungendo l’obiettivo di raccolta di €110 milioni, focalizzato su PMI italiane ad alto potenziale di sviluppo, con un posizionamento di eccellenza nel proprio settore e forte orientamento all’export.

È ALLARME PER LE FONDERIE MONTINI

I debiti sfiorano i 57 milioni di euro (sono 56,91 milioni per la precisione) e il bilancio, aggiornato alla fine di ottobre, registra perdite e non utili (-5,57 milioni) così come un ebitda (margine operativo lordo) sotto zero, -2,99 milioni.

Sono i numeri, che testimoniano la situazione di crisi della Montini spa: storica azienda bresciana, fondata negli anni Cinquanta dalla famiglia Regali che oggi conta ancora un centinaio di dipendenti e due stabilimenti operativi (a Roncadelle, quartier generale, e a Travagliato). Solo da pochi anni la Montini è stata nuovamente acquisita dagli eredi Regali.

La società ha ora presentato richiesta di concordato preventivo in continuità aziendale. Nelle prossime settimane è attesa una decisione definitiva sull’eventuale ammissibilità del piano concordatario.

“L’azienda è entrata in crisi prima per la pandemia e poi soprattutto per l’aumento dei costi della materia prima e dell’energia – scrive il giornalista Andrea Giacobino – Così i ricavi del biennio 2019-2020 sono scesi del 20% e l’ebitda è crollato dell’81,6%, a fronte di una lievitazione dei prezzi di energia elettrica e gas del 200% nei primi mesi del 2021, portando l’incidenza di tali voci sul fatturato al 21,5%. Il bilancio 2021 ha risentito della svalutazione integrale dell’avviamento (4,8 milioni) e ha chiuso con una perdita di 10,3 milioni che ha eroso oltre i due terzi del capitale”.

IL SUCCESSO DELLA COOPERATIVA FONDERIA DANTE

Riavviata nel settembre 2017 sotto forma di cooperativa, CFD produce caldaie a basamento, radiatori e dischi freno in ghisa e inizialmente occupava 69 persone (fra cui i soci lavoratori), tutti residenti nel territorio e nei comuni limitrofi. La complessa operazione di rilancio ha visto lavorare in sinergia insieme a Legacoop Veneto le istituzioni (a partire dalla Regione), i sindacati (Fim Cisl e Fiom Cgil di Verona) e il sistema finanziario e creditizio cooperativo. La grave situazione per i lavoratori della fonderia e del reparto assemblaggio si era manifestata con la crisi della Ferroli, apparsa senza via di scampo nel luglio 2016, quando il nuovo piano industriale della Spa prevedeva la chiusura di entrambi i reparti. È il 25 luglio 2017 quando i lavoratori firmano l’atto costitutivo, a settembre il riavvio della produzione. Alla nuova cooperativa Ferroli concede gli impianti in affitto per sei anni. A sostenere finanziariamente la rinascita anzitutto la quota importante di capitale conferito dai soci tramite anticipo della propria indennità di disoccupazione (Naspi), per oltre 900mila euro.

A inizio 2022 la cooperativa contava 110 addetti: nello stabilimento di San Bonifacio una capacità produttiva di 18mila kg di ghisa all’ora, 75mila caldaie e 500mila dischi freno all’anno. In soli quattro anni, CFD è cresciuta con un mercato che arriva fino al Canada, agli Emirati Arabi e alla Corea. Lo scorso anno ha acquisito gli immobili e gli impianti che prima erano in affitto, realizzando investimenti in nuovi macchinari e tecnologie per oltre 5 milioni.

I risultati attuali vedono in progresso fatturato e addetti, e anche le posizioni conquistate nel mercato internazionale: dal Nord America al Nord Africa, dal Medio Oriente alla Russia e ai Paesi caucasici. Oggi la produzione genera complessivamente un fatturato di oltre 30 milioni di euro.

LA FONDMECCANICA SPEGNE I FORNI

A metà ottobre i primi segnali d’allarme per la Fondmeccanica di La Cassa, nel torinese. L’unica possibilità sarebbe stato l’arrivo di un compratore. Da allora la situazione per questa fonderia storica è peggiorata: nessuno l’ha rilevata e la dozzina di lavoratori che avevano resistito è rimasta a casa.

Come spesso accade, a perdere il lavoro sono persone ormai considerate troppo “vecchie” per essere assunte altrove ma troppo giovani per andare in pensione. C’è a chi mancano tre anni, ad altri quattro. E comunque la maggior parte di loro ha sempre lavorato lì.

Nei giorni frenetici di ottobre continuavano ad arrivare ordini da clienti ma l’indicazione era di non accettarli perché sarebbe stato impossibile continuare a produrre. «Siamo andati avanti per quattro generazioni specializzandoci nelle produzioni in ghisa. Tutto è nato da Giuseppe Gaia nel 1911: un enorme capannone prima in via Cigna e poi in piazza Rivoli a Torino che fino a dopo la Prima Guerra Mondiale era considerato tra i più importanti siti industriali della città», aveva raccontato Gianetti poco prima della chiusura. All’epoca e fino alla prima metà del secolo scorso occupava circa 600 persone. Un’infinità se si considera che a novembre, nella sede ai margini del parco della Mandria, dove l’azienda si è trasferita nel 1969, c’erano appena 12 persone. Tra i clienti, nomi di peso dell’industria come Comau e Fincantieri.

Le prime difficoltà serie sono arrivate nel 2008-2009, gli anni della grande crisi globale che ha travolto anche il Piemonte. Nonostante queste difficoltà, l’azienda ha provato a rilanciarsi nel 2019 grazie a un programma dell’Unione Industriali. Dopo il Covid sembrava potesse esserci uno spiraglio, poi il caro bollette che l’ha spenta.

FONDERIE ARIOTTI: IL RESHORING DALL’ORIENTE PRODUCE NUOVO BUSINESS

Poco meno di 40 milioni di ricavi, il doppio del 2020 e molto oltre i livelli pre-Covid. Per le Fonderie Ariotti la domanda resta elevata, grazie alla tenuta dei settori a valle ma anche per effetto di nuove scelte di localizzazione nelle forniture.

«Abbiamo rapporti con clienti nuovi – spiega il presidente Roberto Ariotti – che in più di un caso rilocalizzano produzioni qui in Europa: stiamo recuperando produzione dall’Oriente, in qualche caso anche da lavorazioni effettuate prima in Germania». Se per una fonderia il tema cruciale è certo quello dell’energia, i nodi dell’ultimo triennio sono però altrove. «Devo dire che i clienti hanno capito – spiega – accettando listini variabili secondo il prezzo dell’elettricità, consentendoci così di continuare a lavorare. Il vero dramma è invece nel turnover del personale, altissimo lo scorso anno. La corsa ai cantieri dell’edilizia, con il bonus del 110%, è una droga per l’economia che qui sul territorio mette l’industria in difficoltà. Sono molto contento di essere riuscito ad inserire una decina di ingegneri e anche due dottorandi grazie ai fondi Pnrr. Ma in fabbrica si fa davvero fatica». Se numerosi settori continuano a tenere, non altrettanto capita all’eolico, tra i mercati di sbocco di Ariotti. «Le autorizzazioni per nuovi parchi sono ferme, e in una fase in cui in Europa vogliamo affrancarci dal gas questo è davvero un paradosso».

INAUGURATO IL TALLERO DI MARIA TERESA

Il monumento si compone di una moneta dal diametro di tre metri, la cui parte inferiore appare inserita nel tracciato urbano; la faccia rivolta alla città riproduce fedelmente l’immagine di uno degli iconici talleri che arricchirono Trieste, con la silhouette della sovrana; il retro invece, rivolto verso il canale, sarà costituito da una superficie riflettente. L’acqua del canale pertanto verrà riprodotta sullo specchio del tallero; ed è facile immaginare quali giochi di luce e quali ‘acrobazie’ fotografiche potranno essere riprodotte.

Guardando al significato simbolico, il tallero riflette sulla propria superficie proprio quel quartiere teresiano costruito grazie alla volontà della sovrana. Il tallero è stato realizzato, dopo lunghi lavori, nell’Acciaieria Fonderia Cividale Spa di Cividale del Friuli.

ZANARDI FONDERIE TRASFORMA I PROCESSI DI LAVORO CON WEAREPROJECT

Zanardi Fonderie, specializzata nelle fusioni di ghisa sferoidale e ghisa austemperata, con un’offerta a ciclo completo che include attività di progettazione, fusione, trattamento termico, sbavatura, lavorazione meccanica, verniciatura, controllo e certificazione, ha scelto l’Innovation Company WeAreProject per trasformare processi e modalità di lavoro.

Negli ultimi anni il gruppo aveva già investito nel perfezionamento degli strumenti sottostanti alla supply chain per rendere più fluida la gestione degli ordini e allineare il processo interno di fonderia a una rete fidata di partner e fornitori esterni.

“WeAreProject ha svolto un ruolo essenziale nello sviluppo di un processo di adoption delle soluzioni Microsoft aiutandoci a immaginare il nuovo scenario, a simulare i diversi tipi di operatività e a evidenziare le potenziali criticità che avrebbero potuto bloccare i sistemi, e fornendoci anche un concreto supporto formativo, con un programma on-site e personalizzato della durata di una settimana”, concordano i due manager di Zanardi.

“L’utilizzo del client di posta elettronica che fa un amministrativo è ovviamente diverso da quello di un dirigente, e anche la formazione, di conseguenza, deve essere erogata in modo differente, non solo nei messaggi, ma anche rispetto ai registri e ai linguaggi. WeAreProject è andata oltre e ha orientato i contenuti, da una parte escludendo nozioni tecniche poco pertinenti al nostro progetto, dall’altra fornendo esempi pratici con slide focalizzate sulle use case di ciascun reparto aziendale”, concludono i due manager di Zanardi.

Il progetto si è rivelato un successo, soprattutto perché inserito in una strategia fortemente voluta e sponsorizzata dalla direzione generale e dalla proprietà, ormai arrivata alla quarta generazione.

FOND-STAMP: ATTENZIONE AL LUNGO PERIODO

Giancarlo Duvina è amministratore delegato e direttore generale della Fond-Stamp, fonderia di ghisa e acciaio che realizza principalmente stampi carrozzeria per l’industria automotive con sede a Rocca de’ Baldi (CN). Novanta dipendenti diretti (in tutto ruotano attorno alla fonderia circa 120 persone) dal 2008 la Fond-Stamp è parte del gruppo EF (unitamente a Fonderia di Torbole e Pbf Foundry), che produce circa il 13% di tutte le fusioni di ghisa realizzate in Italia ed è quindi al primo posto per quota di produzione. «Fino ad oggi – spiega il manager – noi abbiamo cercato di difendere la nostra marginalità facendo il possibile per ribaltare gli aumenti subiti. Siamo stati fortunati perché in tutti i casi i nostri clienti ci sono venuti incontro».

Nonostante si tratti di un’azienda fortemente dipendente dall’automotive lo spettro della recessione, in questo stabilimento nell’area industriale di frazione Crava a Rocca de’ Baldi, è vissuto con maggiore ansia rispetto allo stop sulla produzione dei motori termici a partire dal 2035. «Il nostro fatturato è 92% dedicato al settore automotive e nello specifico produzione stampi, ciò significa che non siamo legati ai numeri di produzione delle vetture ma al numero di progetti».

«Se davvero non si riuscisse ad ottenere quello che è stato chiamato “atterraggio morbido” potrebbe accadere quanto già successo nel 2018 quando molte case automobilistiche hanno, per un certo periodo, ritardato l’uscita di nuovi modelli» spiega Duvina.

Le altre incognite si chiamano guerra e volatilità dei costi delle materie prime. «Dopo un anno di conflitto in Ucraina, sembra si sia trovato un certo equilibrio dei prezzi, comunque sbilanciato verso l’alto. Tutti i costi sembrano essersi stabilizzati su valori non sostenibili nel lungo periodo».

DANIELI: ORDINI A QUOTA 5 MILIARDI

Nuovo segno più davanti alla semestrale del gruppo Danieli che chiude al 31 dicembre 2022 con 1,8 miliardi di euro di ricavi operativi, in crescita del 20% sul 31 dicembre 2021 e con un Ebitda di 145,5 milioni, +25% rispetto ai 116 del 31 dicembre dell’anno precedente, spinto dai risultati del settore Steel making (Abs) che nel secondo semestre dell’anno scorso ha beneficiato di un mix favorevole fra prezzi, volumi e crediti. Segna un +3% anche il portafoglio ordini, che passa dai 5 miliardi di euro del primo semestre 2022 ai 5,2 miliardi del secondo.

Il fatturato del settore impianti è in crescita, sostenuto dalla produzione di ordini con un contenuto tecnologico più sofisticato, mentre i ricavi del settore acciaio, con 505.000 tonnellate di prodotti spediti, sono in linea con il budget di inizio anno.

L’ASSESSORE BINI VISITA L’ACCIAIERIA FONDERIA CIVIDALE

“L’Acciaieria Fonderia Cividale spa è una realtà economica del Friuli Venezia Giulia radicata sul territorio che ha saputo espandersi sui mercati internazionali. È l’ennesima dimostrazione di come il nostro tessuto imprenditoriale sia capace di raggiungere importanti traguardi. L’Amministrazione regionale guarda con orgoglio all’attività di questo Gruppo industriale che si fa apprezzare a livello mondiale e che ha in itinere la realizzazione dei componenti del ponte sospeso sul canale di Chacao, noto anche come ponte del Bicentenario di Chiloé”.

Lo ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, durante la visita allo stabilimento cividalese, che ha visto, oltre ai vertici aziendali e ai rappresentanti di Confindustria Udine, anche la presenza di una delegazione internazionale coinvolta nel progetto del ponte cileno con il vice Ministro alle opere pubbliche del Governo centrale del Cile, José Andrés Herrera.

I componenti del manufatto sono realizzati dall’Acciaieria Fonderia del Gruppo Cividale con materiali che hanno un peso finito di circa 70 tonnellate e che posizionano l’Acciaieria Fonderia fra i leader mondiali del settore.

DANIELI: ORDINI A QUOTA 5 MILIARDI

Nuovo segno più davanti alla semestrale del gruppo Danieli che chiude al 31 dicembre 2022 con 1,8 miliardi di euro di ricavi operativi, in crescita del 20% sul 31 dicembre 2021 e con un Ebitda di 145,5 milioni, +25% rispetto ai 116 del 31 dicembre dell’anno precedente, spinto dai risultati del settore Steel making (Abs) che nel secondo semestre dell’anno scorso ha beneficiato di un mix favorevole fra prezzi, volumi e crediti. Segna un +3% anche il portafoglio ordini, che passa dai 5 miliardi di euro del primo semestre 2022 ai 5,2 miliardi del secondo.

Il fatturato del settore impianti è in crescita, sostenuto dalla produzione di ordini con un contenuto tecnologico più sofisticato, mentre i ricavi del settore acciaio, con 505.000 tonnellate di prodotti spediti, sono in linea con il budget di inizio anno.

DANIELI: ORDINI A QUOTA 5 MILIARDI

Nuovo segno più davanti alla semestrale del gruppo Danieli che chiude al 31 dicembre 2022 con 1,8 miliardi di euro di ricavi operativi, in crescita del 20% sul 31 dicembre 2021 e con un Ebitda di 145,5 milioni, +25% rispetto ai 116 del 31 dicembre dell’anno precedente, spinto dai risultati del settore Steel making (Abs) che nel secondo semestre dell’anno scorso ha beneficiato di un mix favorevole fra prezzi, volumi e crediti. Segna un +3% anche il portafoglio ordini, che passa dai 5 miliardi di euro del primo semestre 2022 ai 5,2 miliardi del secondo.

Il fatturato del settore impianti è in crescita, sostenuto dalla produzione di ordini con un contenuto tecnologico più sofisticato, mentre i ricavi del settore acciaio, con 505.000 tonnellate di prodotti spediti, sono in linea con il budget di inizio anno.

DANIELI: ORDINI A QUOTA 5 MILIARDI

Nuovo segno più davanti alla semestrale del gruppo Danieli che chiude al 31 dicembre 2022 con 1,8 miliardi di euro di ricavi operativi, in crescita del 20% sul 31 dicembre 2021 e con un Ebitda di 145,5 milioni, +25% rispetto ai 116 del 31 dicembre dell’anno precedente, spinto dai risultati del settore Steel making (Abs) che nel secondo semestre dell’anno scorso ha beneficiato di un mix favorevole fra prezzi, volumi e crediti. Segna un +3% anche il portafoglio ordini, che passa dai 5 miliardi di euro del primo semestre 2022 ai 5,2 miliardi del secondo.

Il fatturato del settore impianti è in crescita, sostenuto dalla produzione di ordini con un contenuto tecnologico più sofisticato, mentre i ricavi del settore acciaio, con 505.000 tonnellate di prodotti spediti, sono in linea con il budget di inizio anno.

NOTIZIE ESTERO

[ DA INSERIRE ]

NOTIZIE ASSOCIATE

AGENDA

NOME FIERA LUOGO DATA